Il karnemelk va evitato come la peste. Tutti gli stranieri ci cascano la prima volta. Non più di una, però, perchè certi errori non te li dimentichi.
Ma cos'è il karnemelk? Uno dei primi giorni mi son messo in testa che dovevo comprare latte a lunga conservazione. Dato che la logica dei supermercati olandesi è ancora tutta da scoprire, non potevo immaginare che il latte a lunga conservazione venisse piazzato in un reparto completamente diverso da quello del latte fresco (su questo argomento farò un post apposito, perchè merita). Quindi io vado nel reparto del latte e yogurt, e vedo queste confezioni di colori differenti, con sopra parole olandesi ovviamente indecifrabili. Finchè l'occhio mi cade su una confezione rossa con scritto "karnemelk". Al periodo andavo ancora in giro con un mini-dizionarietto Olandese-Italiano (che naturalmente non mi è MAI servito a nulla), così ho provato a cercare quella parola. Chiaramente non c'era. La data di scadenza comunque era decisamente più lunga di quella del latte degli altri colori, così ho dedotto che dovesse logicamente voler dire "latte a lunga conservazione". Ah ah! No.
Una volta tornato a casa, mi viene la curiosità di provare a cercare in internet questa affascinante parola, che è qualcosa che non avevo mai fatto per nessun altro prodotto, nonostante in quel periodo la mia spesa consistesse nel comprare prodotti rigorosamente scelti a caso. Però stavolta avevo una sorta di strano presentimento. Con quale orrore infatti ho scoperto che il karnemelk è in realtà "latte acido"!
"Aargh, ma che è sta roba?" è stata la mia prima reazione spontanea. In pratica è l'anello mancante tra il latte intero e lo yogurt. Esatto: uno schifo. Non per niente in inglese viene chiamato "buttermilk", e in italiano con l'allettante termine "latticello", che il Garzanti definisce come la "parte sierosa del latte che si separa durante la fabbricazione del burro". In pratica: uno scarto di fabbricazione. A chi verrebbe mai in mente di raccogliere l'acquetta di scarto del burro in cartoni da un litro (o più), piazzarci un'etichetta sopra e venderlo al supermercato, anzichè fargli fare la fine più logica (=scolo del lavandino)? Agli olandesi.
Beh, comunque non mi sono arreso, ho pensato "ormai l'ho comprato, proviamolo, magari mi piace anche". Così la mattina dopo, ho versato di buona volontà del karnemelk sul pentolino per riscaldarlo. Mi sono allontanato a fare le mie minchiate, e due minuti dopo sono tornato, trovando questo:

La parte grassa del karnemelk si era completamente solidificata, separandosi dal resto dell'acquetta, creando come risultato una poltiglia inguardabile. Raccapriccio! Tra parentesi, se nell'industria dei film horror si usa sangue finto, e in quella dei film drammatici si usa pioggia finta, immagino che esista almeno un reparto del cinema porno che fa uso di seme finto, e ora ho anche scoperto come lo confezionano.
Per chi volesse testardamente provare il karnemelk, tre consigli per la sopravvivenza:
1) non usatelo per fare colazione;
2) zuccheratelo parecchio;
3) bevetelo freddo, perdio!
Povero baby puffo indifeso, quando c'è da proteggerlo puffetta non si fa mai viva. Per non parlare di grande puffo....
RispondiEliminaHaha, quanto ho riso... grazie per questo! Liefs da un Olandese
RispondiEliminaLOL... Finalmente ho capito che cosa è realmente il kærnemælk di cui i danesi sono tanto orgogliosi! :)
RispondiEliminaOmg il mio coinquilino ne ha presi due cartoni e mi ha chiesto come mai quando lo scalda fa i grumi
RispondiElimina😂